Ghostwriting Paul Thek: Time Capsules and Reliquaries

Ghostwriting Paul Thek: Time Capsules and Reliquaries consiste di un nucleo di nuove sculture, un dipinto e un’opera video di Alessandro Di Pietro, concepiti in relazione alla vita e all’opera dell’artista americano Paul Thek (1933-1988). Durante la residenza presso l’American Academy di Roma nel 2017, Di Pietro ha iniziato a lavorare a una storia immaginaria in cui Thek non sarebbe prematuramente scomparso, ma avrebbe proseguito post mortem la sua pratica di artista. Fondendo consapevolmente realtà e finzione, il progetto evoca l’impatto duraturo e fantasmatico di Thek nel lavoro degli artisti di oggi. 

La mostra è curata da Peter Benson Miller e Cornelia Mattiacci.

“Il mio intento era quello di lavorare come ghostwriter di Paul Thek” spiega Di Pietro “ho continuato le sue misteriose narrazioni con il mio linguaggio, adattandolo ai discorsi che circondano la storia di oggi: narrazioni socio-politiche e fatti del nostro tempo. Il mio processo è stato immaginare come una storia – in questo caso, la storia del lavoro di un artista – sarebbe continuata se non fosse stata interrotta”. Ghostwriting Paul Thek: Time Capsules and Reliquaries segue la recente residenza e mostra di Di Pietro al Watermill Center di New York (USA). Centro di sperimenta- zione contemporanea e sede ufficiale di un consistente nucleo di opere e documenti di Thek, il contesto del Watermill ha innescato la genesi di Race of a Hippie, il cortometraggio realizzato in collaborazione con lo studio No Text Azienda, ispirato all’iconica scultura di Thek The Tomb (spesso chiamata Death of a Hippie), del 1967. Oggi andata perduta, The Tomb consisteva nel calco a grandezza naturale del corpo dell’artista collocato all’interno di una ziggurat, mettendo in scena morte e resurrezione dell’artista. Insieme al film-documento Race of A Hippie, sono presenti in mostra le sculture Baby Cast, Br’er Rabbit, To Wong e il dipinto Televisione/Collaborazione, opere che danno forma a strategie artistiche sovversive, attingendo a fatti biografici e sociali di un presente continuo, che dagli anni Sessanta si estende al contemporaneo. Bilanciando realtà e finzione ed esplorando le questioni relative all’influenza, i temi di appropriazione e attribuzione, e all’azione artistica esercitata dagli Stati Uniti, la mostra mette in luce l’eredità del duraturo e sfuggente lavoro di Paul Thek.

In continuità con Paul Thek. Italian Hours, tenutasi alla Fondazione Nicola Del Roscio nel 2022 – la prima mostra dedicata a Thek in Italia dal 1995 – il lavoro di Di Pietro esplora ulteriormente il ruolo dell’artista americano come precursore e collaboratore, che continua a popolare le riflessioni degli artisti contemporanei. Ghostwriting Paul Thek sottolinea la missione della Fondazione Nicola Del Roscio nel sostenere gli artisti emergenti, in particolare quelli che si confrontano con l’opera dell’avanguardia del dopoguerra. La mostra sarà anche l’occasione per presentare altri lavori recenti di Di Pietro, nati intorno al clima creativo di Ghostwriting Paul Thek.

La produzione delle nuove opere, così come il programma di mostre, talk, scre- ening e workshop che accompagna la loro presentazione nel corso del 2023- 2024 è stato possibile grazie al sostegno dell’Italian Council (XI edizione, 2022), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Il progetto è stato presentato da Palazzo Monti.

Prima di giungere alla Fondazione Nicola Del Roscio, la mostra è stata presentata al Watermill Center, al CAN-Centre d’Art Neuchâtel, Svizzera, e a Palazzo Monti, Brescia. Dopo la tappa romana, i cinque lavori del nucleo Ghostwriting Paul Thek entreranno a fare parte della collezione pubblica del museo Madre di Napoli. Tra gli eventi collaterali alle mostre: il talk e la proiezione di Race of a Hippie, tenutisi a novembre 2023 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, e il workshop dell’artista presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino, in programma ad aprile 2024.

Il libro che accompagna la mostra – concepito in dialogo con l’artista, curato da Miller e Mattiacci e pubblicato da Mousse – sarà presentato al Madre nel maggio 2024, in occasione dell’ingresso delle opere in collezione.

Alessandro Di Pietro (b. 1987, Messina) lives and works in Milan.
Selected solo shows: The Project Manager Syndrome, 2023, zazà gallery, Milan (IT) – Occult Dessert, 2022, All Stars, Lausanne HOBOBOLO, 2021, Gelateria Sogni di Ghiaccio, Bologna (IT) – Lo spavento vinse il giorno, 2021 MEGA (IT) – BLIND DATE #4, 2019,  Sonnenstube, Lugano (CH) – FELIX, 2018, Marsèlleria Permanent Exhibition (IT) – Towards Orion: Stories from the backseat, 2017, La Plage, Paris (F) – Tiziano e Giorgione, 2016, Barriera, Torino (IT) – NEW VOID – 2016, La Rada, Locarno (CH) – Double Cross, 2015, CAB Centre d’Art Bastille Grenoble (F).

Selected group show: CAUTÈRE, 2022, FRAC Corsica (F) – Stages of Adulthood,
2021, Sitterwerk, (CH) – Badly Buried, 2021, Palazzo Sandretto Re Rebaudengo, Guarene, (IT) – AGAINST SUN AND DUST, 2020, Villa Imperiale (IT) – PERFORMATIVITY, 2019, Centrale Fies (IT) – The Tesseract et Open Studios, 2018, American Academy in Rome (IT) – Figure di spago – Pratiche narrative, 2018, Fondazione Baruchello Rome (IT) – Radieuse, 2017, Instituto Italiano di Cultura di Bruxelles (BE) – VISIO – Next Generation Moving Images, 2015, CCC Strozzina (IT) – Glitch – Interferenze tra Arte e Cinema, 2014, PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea (IT). 

He has been awarded residencies at the Watermill Center (USA, 2023) and the American Academy in Rome (IT, 2017), and received grants from the Italian Council XI in 2022, and the Pollock-Krasner Foundation in 2020.

Focusing on processes of normalization and deviation from the standardized and canonical, Di Pietro’s works look back to the nineteenth-century debates on monstrosity and anomalies in human and animal anatomy, while imagining future manifestations of this discourse through performative object environments. He explores how the representation of otherness and monstrosity might be considered utopian in a contemporary reality where everything is indexed and hyper-normalized. His approach draws on the sources of linguistic structures and cinematic grammar, creating environments generating new realities.

Si ringraziano i membri del team di progetto Paola Clerico, Ginevra d’Oria, Pietro Gatto, Cornelia Mattiacci, Peter Benson Miller ed Edoardo Monti, così come i collaboratori Lucrezia Galeotti, Owen Laub, Alessandro Bava, Alvin Sonic Spazio, Domenico Nicoletti, Michele Zanotti, Edoardo Rossano, Niccolò Senni, Piermauro Tamburini, Stella Succi, Enrico Boccioletti, Alessandra Castelbarco Albani e Marco Di Nallo / Villa Imperiale, Pesaro, Valeria Ferrari e Alessandro Azzoni / Open Care, Milano, Francesca Cattoi.