La collettiva che riunisce le opere degli artisti Geta Brătescu (Ploiesti, 1926 – Bucarest, 2018), Adrian Ghenie (Baia Mare, 1977), Ciprian Mureşan (Dej, 1977) e Şerban Savu (Sighișoara, 1978), curata da Pier Paolo Pancotto.
Adrian Ghenie, Ciprian Mureşan e Şerban Savu hanno a più riprese soggiornato nella città di Roma: l’esposizione nasce come un progetto originale scaturito da un gioco di rimandi continui tra gli artisti e il contesto storico culturale che li accoglie e che si sviluppa attraverso alcuni dei sistemi espressivi più ricorrenti nel loro sistema operativo. Al loro fianco vi è Geta Brătescu, nume tutelare dei tre autori, il cui lavoro provoca un ulteriore momento di confronto: tra gli artisti e le opere di Geta, ma anche tra gli artisti stessi.
Il dinamismo delle risposte agli stimoli provenienti dal luogo e dalla relazione con le altre produzioni rivela un percorso visivo corale site-specific che pone in confronto dialettico i dipinti di Adrian Ghenie e Şerban Savu, disegni, sculture e video di Ciprian Mureşan e alcune rare prove grafiche, fotografiche e filmati di Geta Brӑtescu.
Quattro interpreti appartenenti a generazioni diverse che si esprimono con linguaggi differenti, ma che condividono non soltanto la comune provenienza geografica e culturale, ma anche il medesimo approccio al mestiere dell’artista, incentrato sul concetto di disciplina creativa.
Nella pratica di ciascuno, il tema assume sviluppi espressivi differenti, ma si articola sempre intorno ad alcuni motivi ricorrenti: l’atelier, inteso come microcosmo ideale; il peso della Storia e della tradizione culturale; il rapporto con i maestri del passato; il ruolo dell’artista all’interno della società e l’affinità elettiva che li lega in modo diverso tra di loro.
“Pur nella loro eterogeneità, essi condividono un’attitudine comune nei confronti del lavoro d’artista e, sollecitati da un’autentica quanto spontanea necessità soggettiva, ne interpretano ogni possibile sfumatura semantica assimilandosi integralmente al suo esercizio. Vale a dire lavoro è, per loro, ispirazione, genio, sregolatezza, impulso inventivo ma anche mestiere, vocazione, regolarità, metodo; in sintesi, una sorta di cifra identitaria che delinea al tempo stesso il loro profilo individuale e artistico.” ha spiegato Pier Paolo Pancotto, curatore de La Fondazione.
I dipinti di Adrian Ghenie che indagano la Storia, fondendo antichità e cronaca, incontrano le immagini enigmatiche di Şerban Savu che ritraggono una società contemporanea sospesa in atmosfere senza tempo. Le sperimentazioni grafiche, plastiche e filmiche di Ciprian Mureşan decostruiscono opere del passato, trasformandole in piattaforme in cui si innestano molteplici riferimenti all’attualità. Infine, illustre contraltare a questa serie di riflessioni sul presente fondate sulla rilettura del passato, è un nucleo di opere molto rare di Geta Brӑtescu che includono fotografie, prove grafiche e film. Tra le artiste più influenti del suo tempo, Brӑtescu è stata fondamentale per l’identità di un’intera generazione nata alla vigilia della caduta del Regime comunista.